COS’È LA SINDROME DA INTESTINO IRRITATO

COS'È LA SINDROME DA INTESTINO IRRITATO

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome) è un disturbo funzionale molto comune dell’apparato digerente, caratterizzato da dolore e fastidio addominale associati a modificazioni dell’alvo, come diarrea, stipsi o alternanza di entrambi. Colpisce prevalentemente le donne tra i 20 e i 50 anni e si presenta con un andamento cronico, alternando periodi di riacutizzazione a fasi di miglioramento.

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IBS sindrome:

Definizione e caratteristiche principali

L’IBS è definita come un insieme di disturbi funzionali dell’intestino che non comportano alterazioni strutturali evidenti, ma che influenzano significativamente la qualità della vita. I sintomi principali includono dolore o fastidio addominale ricorrente, associato ad almeno due dei seguenti fattori: cambiamento nella frequenza delle evacuazioni, consistenza delle feci alterata, e sensazione di incompleto svuotamento intestinale. La diagnosi si basa su criteri clinici (come i criteri di Roma IV) e sull’esclusione di altre patologie organiche.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile?

I sintomi più comuni della sndrome dell’intestino irritabile sono:

  • Dolore o fastidio addominale diffuso
  • Alterazioni dell’alvo: diarrea, stipsi o altrenanza di entrambi
  • Gonfiore e meteorismo
  • Sensazione di evacuazione incompleta
  • Nausea, cefalea, sonnolenza in alcuni casi
  • Distrurbi psicologici associati come ansia e depressione

 

È importante sottolineare che, nella maggior parte dei casi, l’IBS non provoca perdita di peso né compromette lo stato generale di salute; se ciò accade, è necessario approfondire con ulteriori accertamenti.

Cosa comporta la sindrome dell’intestino irritabile?

Sebbene l’IBS non sia una malattia organica grave, comporta un impatto significativo sulla qualità della vita, con limitazioni nelle attività quotidiane e sociali dovute al disagio fisico e allo stress psicologico associato. I sintomi possono influenzare l’umore, il sonno e la produttività lavorativa, generando un circolo vizioso che peggiora la percezione del dolore e l’irritabilità intestinale.

Dieta intestino irritabile

Il ruolo dell’alimentazione

Uno degli aspetti fondamentali nella gestione dell’IBS è la dieta. Molti pazienti notano un peggioramento dei sintomi in seguito al consumo di determinati alimenti. Per questo motivo, la dieta per l’intestino irritabile è spesso personalizzata e mira a ridurre l’assunzione di sostanze che fermentano nell’intestino causando gonfiore e dolore.

Sindrome intestino irritabile dieta: la dieta FODMAP

Tra i protocolli alimentari più efficaci per alleviare i sintomi dell’IBS vi è la dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentabili Oligo-, Di-, Mono-saccaridi e Polioli). Questa dieta, sviluppata e validata dal gruppo di ricerca della Monash University in Australia, prevede l’eliminazione temporanea di alimenti ricchi di zuccheri fermentabili che non vengono assorbiti correttamente nell’intestino tenue e che fermentano nel colon, causando gonfiore, gas e dolore addominale.
La dieta FODMAP si articola in tre fasi:

  1. Eliminazione: per circa quattro settimane si escludono gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP, sostituendoli con alternative a basso contenuto
  2. Reintroduzione graduale: si reintroducono progressivamente i vari gruppi di FODMAP, monitorando la tolleranza individuale
  3. Personalizzazione: si definisce una dieta equilibrata che includa solo gli alimenti tollerati, limitando quelli che scatenano i sintomi

Come funziona la dieta FODMAP?

Cibi consigliati e sconsigliati:

La dieta a basso contenuto di FODMAP (oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli) limita i carboidrati alimentari a catena corta, scarsamente assorbiti nell’intestino tenue e fermentati nel grande intestino. Gli alimenti responsabili dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile variano da persona a persona; quindi, non è detto che alcuni FODMAP siano da eliminare.

Cosa non mangiare se si a la sindrome dell’intestino irritabile?

Gli alimenti che più comunemente aggravano i sintomi dell’IBS sono:Gli alimenti che più comunemente aggravano i sintomi dell’IBS sono:

  • Prodotti a base di grano come pasta, pane, cracker e grissini
  • Legumi come fagioli, ceci, lenticchie e piselli
  • Alcune verdure come carciofi, asparagi, cipolle, aglio e crucifere (cavolfiore, broccoli, cavoletti di Bruxelles),
  • Frutta come mele, pere, ciliegie, prugne, albicocche e pesche, soprattutto se consumata durante i pasti
  • Dolci e gelati a base di latte e panna
  • Bevande gassate e alcoliche
  • Dolcificanti artificiali come sorbitolo e mannitolo, presenti in gomme da masticare e caramelle senza zucchero

Come si cura la sindrome dell’intestino irritabile?

La cura della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) richiede un approccio multidisciplinare e altamente personalizzato, poiché i sintomi e le cause possono variare significativamente da persona a persona. Un elemento centrale del trattamento è rappresentato dall’alimentazione, che deve essere adattata per ridurre i fattori scatenanti dei disturbi intestinali. Tra le strategie dietetiche più efficaci, la dieta a basso contenuto di FODMAP si è dimostrata particolarmente utile nel ridurre gonfiore, dolore e alterazioni dell’alvo. Questo regime alimentare limita l’assunzione di specifici carboidrati fermentabili che, non essendo ben assorbiti nell’intestino tenue, fermentano nel colon causando sintomi tipici dell’IBS.
È importante che questa dieta venga seguita sotto la guida di un professionista esperto, per evitare carenze nutrizionali e per gestire correttamente le fasi di eliminazione e reintroduzione degli alimenti.

Oltre all’alimentazione, un altro aspetto fondamentale nella gestione dell’IBS è il controllo dello stress e dell’ansia, fattori che possono amplificare la percezione del dolore e aggravare l’irritabilità intestinale. La connessione tra cervello e intestino, nota come asse intestino-cervello, spiega come le emozioni influenzino direttamente la funzione gastrointestinale. Per questo motivo, spesso si ricorre a supporti psicologici o a terapie comportamentali, come la terapia cognitivo-comportamentale o tecniche di rilassamento, che aiutano a ridurre l’impatto dello stress e migliorare la qualità della vita.

In alcuni casi, può essere necessario ricorrere a farmaci specifici per alleviare i sintomi più fastidiosi, come il dolore addominale, la diarrea o la stipsi. Questi trattamenti farmacologici devono essere prescritti e monitorati da un medico specialista, che valuterà la terapia più adatta in base al quadro clinico individuale.

Infine, la modulazione della flora intestinale attraverso l’uso di probiotici e prebiotici rappresenta un’opzione terapeutica sempre più studiata e apprezzata. Un microbiota equilibrato contribuisce a migliorare la funzione della barriera intestinale e a ridurre l’infiammazione locale, con un conseguente miglioramento dei sintomi. Tuttavia, è fondamentale scegliere i ceppi probiotici più indicati per ciascun paziente, poiché l’efficacia può variare in base alla composizione individuale del microbiota.

In sintesi, la cura della sindrome dell’intestino irritabile si basa su un percorso integrato che coinvolge modifiche alimentari, supporto psicologico, terapie farmacologiche mirate e interventi sul microbiota intestinale. Affidarsi a professionisti esperti è essenziale per garantire un trattamento sicuro, efficace e personalizzato, evitando così il rischio di carenze nutrizionali o peggioramenti dei sintomi.

Per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile, tenere un diario alimentare può essere uno strumento prezioso per identificare gli alimenti che scatenano i sintomi e per definire insieme al proprio specialista un piano alimentare personalizzato ed efficace.

Emma Angeli – Biologa Nutrizionista

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